Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015
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Nel dicembre 2012 veniva abbandonato nel nostro centro ospedaliero Foyer
Saint Camille, un bambino di 3 anni, che veniva denunciato alla polizia con
il nome di
Edouard Moïse
e quindi trasferito al Foyer Bethléem essendo
disabile fisico e mentale. Ci si accorgeva della sua presenza per i lamenti:
quando si sentiva male – problemi di cuore, di respirazione e di costipazione
– oppure quando aveva fame: ha sempre avuto un appetito formidabile e
sembrava che non ne avesse mai abbastanza. Nonostante mangiasse come
un lupo, sembrava che non crescesse mai, sembrava sempre della stessa
età. Si dimenava nel lettino reclamando le sue esigenze e ci voleva tutta la
pazienza, l’accortezza e l’esperienza della suora per indovinarle e soddisfarle.
Mai una parola ma nemmeno un sorriso… soddisfatte le sue esigenze,
chiudeva gli occhi e dormiva.
Il 1° novembre 2015, solennità di tutti i Santi, al Foyer Bethléem si è
celebrato, come sempre, la “
Festa della famiglia
”, accompagnato da
un invito vigoroso ai parenti dei nostri disabili, esposto a caratteri cubitali
all’ingresso del nostro ospedale: “Non abbiate paura, venite ad abbracciare
i vostri figli”. L’intento era di sensibilizzare le famiglie a portare, con la
loro presenza, un po’ di affetto ai bimbi che essi hanno abbandonato o
affidato al Foyer Bethléem, senza, per questo, doversi sentire colpevoli.
Sono, infatti, pochissimi i familiari che in qualche modo tengono i contatti
con i loro bambini: alcuni vengono all’ospedale per visite mediche, ma non
si degnano di fare un passo in più per andare a far contenti i loro bambini;
altri, pur abitando nelle vicinanze, fanno di tutto per dimenticarsi di avere
dei figli disabili tant’è che molti sono quelli che non sono mai entrati al Foyer
Bethléem.
Sono le ore 10.30. Tutto è pronto: i bambini vestiti a festa in carrozzella e
nei lettini, attorniati dalle suore e dalle giovani aspiranti, dai camilliani con
i seminaristi e dal personale di servizio. Al saluto che Suor Inaselie indirizza
in apertura a nome dei padri e delle suore, segue una simpatica festicciola
con canti, scenette a opera dei seminaristi camilliani e delle postulanti delle
suore: due ore di vera allegria durante le quali abbiamo visto i bambini
sprizzare felicità e vita da tutti i pori. La festa si chiude con le libagioni: gli
invitati, assieme al personale di servizio, imboccano i bambini che gustano
con gioia le prelibatezze preparate per loro dalle Suore.
I parenti non presenti il giorno della festa, hanno cominciato ad arrivare
il giorno seguente. La prima a presentarsi è stata una donna dimessa,
Non c’è
che la madre
per far
sorridere
un bimbo