Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2014 - page 72

Così si potrebbe intitolare la storia del piccolo
Jefferson Saint-Jean
, Francò per
gli amici, accolto all’ospedale Foyer Saint Camille – Haiti – l’11 maggio 2009.
Nella sala d’attesa quel giorno ci sono ancora diverse persone con bambini
che devono essere visitate.
Come ogni giorno, più volte al giorno, passa Padre Gianfranco a salutare,
a intrattenersi con i pazienti perché l’attesa non sembri troppo lunga.
Passando dall’uno all’altro, nota a terra, tra i sedili, un bimbo di 3 o 4
anni, avvolto in stracci, solo la testa scoperta. “Di chi è questo bambino?”
chiede ai presenti. Tutti zitti. Di chi è questo bambino chiede di nuovo il
Padre. Un’anziana gli risponde che una donna di mezza età l’ha lasciato lì
per andare, forse, a comprargli qualcosa da mangiare. Passano i minuti, le
ore e nessuno si fa vivo. Padre Gianfranco decide di prenderlo in braccio
e di portarlo al pronto soccorso, dove gli viene riscontrata una grave
malformazione: piedi torti. In più il viso è inespressivo, non si sa se piange
o ride, non parla; gli esami di laboratorio cui viene sottoposto rilevano
un’anemia moderata e un ritardo psicomotorio.
Dopo le prime cure del caso in ospedale, ancora Padre Gianfranco lo porta
al Foyer Bethléem, che ospita bambini disabili e abbandonati: subito quelli
in grado di muoversi lo attorniano per fargli festa; la curiosità è tanta e tutti
vogliono toccarlo, accarezzarlo e lui si lascia fare, sempre, però, con il suo
viso inespressivo, il labbro inferiore aperto, la testa che si volta di scatto ad
ogni tocco o carezza. “Ki jean li rele?” (come si chiama?), domandano i
bambini. “Li rele Francò Camille” (si chiama Franco Camillo) risponde pronto
Padre Gianfranco. E da allora è stato
Francò Camille
.
Qualche mese dopo si presenta all’ospedale una giovane donna in cerca del
suo figlio “Jefferson”. Questo nome non dice niente a nessuno, finché la
donna non inizia a dare indicazioni, come la data di nascita, il giorno della
consultazione all’ospedale, i piedi torti. È a questa ultima puntualizzazione
che l’interlocutrice capisce che non può che essere Franco e la accompagna
al Foyer Bethléem. Appena lo vede la donna lo abbraccia tutta contenta
mentre il bimbo non ha nessuna reazione. Dai documenti in mano alla
mamma si viene a conoscere il suo vero nome e l’età: Jefferson Saint-Jean,
nato a Port-au-Prince il 6 giugno 2005.
“Dopo la nascita di Jefferson – racconta la donna - ci siamo trasferiti in
Republica Dominicana. Qualche tempo dopo mio marito ci ha abbandonati
ed io e Jefferson siamo rientrati in Haiti; ho affidato il bimbo alla nonna,
mentre io ero in cerca di lavoro. Sono venuta a sapere che il bimbo era stato
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Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2013
La storia.
Il miracolo
del bambino
diversamente
abile…
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