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Madian Orizzonti
, è proprio il caso di dirlo, ha ampliato i suoi
orizzonti e da Haiti, Georgia, Armenia e Argentina ha spiccato il
volo verso Indonesia, India, Filippine e Kenya con nuovi progetti
in risposta alle richieste di aiuto dei missionari camilliani presenti
in questi Paesi (eccezion fatta per l’India, dove sta finanziando una
scuola gestita dalle Suore di San Luigi).
In questa seconda edizione del Bilancio Sociale di Madian
Orizzonti i finanziamenti concessi, ma anche le testimonianze dei
progetti realizzati, raccontano nuove storie e impegni di amore e
partecipazione alla vita della gente.
Quando parliamo di bilanci la mente corre ai numeri e ai mezzi
necessari perché siano positivi ma per una Onlus, quale Madian
Orizzonti è, sono più importanti le persone a cui si riferiscono.
I numeri non hanno un volto, una storia, una vita come la nostra;
dobbiamo trasformare i numeri in esseri umani per renderci conto
dell’immensità del dolore umano. I volti, questo dobbiamo guardare,
i volti dei poveri del mondo per cambiare sguardo e prospettive, per
arrivare ad un’altra visione della realtà per scegliere altri modi di
essere al mondo.
Certo non sono i nostri progetti che cambiamo il mondo, per
questo occorre una rivoluzione culturale, politica, economica.
Saranno importanti nuove “Invasioni barbariche” che sovvertano
impostazioni di vita sclerotizzate da anni di interessi particolaristici
che restringono sempre più la ricchezza in mano di pochi, ma
nell’attesa di questi eventi, che man mano che i popoli oppressi
prenderanno coscienza della loro miseria si faranno sempre più
imminenti, noi cerchiamo nel nostro piccolo di aiutare a vivere
quelle popolazioni che soffrono oggi miseria, sottosviluppo,
catastrofi naturali, malattie e povertà, senza sopire la loro ribellione
o addormentare le loro coscienze ma anche dando loro un minimo di
speranza per un futuro possibile.
In Haiti a 4 anni dal terremoto troppe famiglie vivono ancora
all’aperto, lungo i margini delle strade e qualcuno, più fortunato,
è sotto le tende. É nato così il progetto “Vita Ville” dal desiderio di
ridare speranza ai sopravvissuti al terremoto e permettere ad alcune
famiglie di affrontare la quotidianità sotto un tetto. Il progetto si
propone di creare un nucleo comunitario formato da 12 famiglie
Lettera agli
stakeholder
di padre Antonio
Menegon
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