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Capitolo 2: Identità
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dai superiori dell’ordine per
aprire una comunità di pronta accoglienza nella parte non utilizzata
del convento di Via Mercanti nacque la comunità Madian che nel
corso degli anni si è ingrandita e si è trasformata, ha stretto legami
con altri ordini religiosi - in particolare i piccoli fratelli di Charles
de Foucauld e i fratelli delle Scuole Cristiane - per far fronte alle
esigenze dei poveri e rispondere al bisogno degli ultimi, ultimi
che sono cambiati nel corso delle diverse fasi storiche che hanno
investito Torino.
Dall’inizio fino al 1984 abbiamo accolto i “senza fissa dimora”
italiani, dal 1984 al 1990 gli immigrati adulti provenienti
principalmente da Marocco e Albania, dal 1991 al 2001 i minori
stranieri e dal 2001 ad oggi gli stranieri malati e i rifugiati.
I cambiamenti degli ospiti hanno trovato risposte e trasformazioni
anche nelle strutture di accoglienza: a Villa Benso, sulla collina
torinese, allora sede del Padre Provinciale nel 1985 nacque la
comunità “La Strada”, guidata per moltissimi anni da
Fratel Mario
Giraudo
, dove vennero trasferiti gli ospiti più anziani; nel 1988
venne acquistata, con grandi sacrifici, la fatiscente e pericolante
struttura a fianco del convento di via Mercanti, che permise nel giro
di un anno, grazie alla ristrutturazione guidata dal sapiente lavoro
di professionisti e volontari, il raddoppio dei posti letto; tra il 1988
e il 1990 nacquero, altresì, la “Quercia” di Mamre - comunità da 16
posti in Via Arquata in alloggi dati in comodato gratuito dall’Istituto
case popolari - la comunità “Insciallah” in Corso Vittorio Emanuele
da 24 posti in spazi dati dalle Ferrovie dello Stato nella zona dove
oggi sorgono le officine OGR, nel 1992 in collaborazione con
le Suore Ministre degli Infermi la Comunità “Magnificat”
con 25 posti letto per le donne straniere ammalate e nel
1996 la comunità “il Picchio” per l’accoglienza e l’assistenza
di donne con disagi mentali.