Il Centro Disabili a Tbilisi porta il nome di un ragazzo che ha segnato
particolarmente i cuori dei missionari camilliani in Georgia:
Lasha
.
Ricordo ancora benissimo – racconta Fratel Robert – quando per la prima
volta andai a visitare la famiglia di Lasha, di cui ci avevano chiesto di
occuparci, per accertarmi della loro necessità di aiuto. Venni accolto dalle
grida festose dei bambini emozionati per l’inattesa visita di un estraneo
come me.
Entrando percorsi un buio corridoio, dopo aver attraversato una strettissima
cucina e un disimpegno, vidi nel piccolo salotto, per la prima volta Lasha
intento a guardare la TV.
Salutandomi mi allungò con molta difficoltà la sua mano, mostrando
un bellissimo sorriso. Quello fu l’inizio della nostra amicizia: cominciò
a frequentare il nostro centro di accoglienza e fin da subito, con la sua
simpatia e la sua infinita bontà, contribuì a rendere il nostro ambiente più
sereno.
Concordammo con la famiglia di prenderlo nella casa dei camilliani per
3 volte a settimana, inserendolo nel gruppo dei suoi coetanei.
La storia di Lasha, prima dell’incontro con Fratel Robert, ce la racconta la
madre, Lia Tsilikauri.
Lasha nacque il 22 luglio 1986, era il primogenito. In tutto l’ospedale “N.4”,
dove nacque, non c’era bambino più bello; era conteso dalle infermiere:
tutte volevano cullarlo.
All’età di 3 anni entrò in coma per la prima volta. Dopo gli esami i medici
scoprirono che aveva avuto una emorragia celebrale, emorragia che gli causò
la perdita della vista. La diagnosi fu di paralisi celebrale infantile.
Nel 1995 nacque sua fratello Nicola; contrariamente alle aspettative Lasha
non era per nulla geloso del nuovo arrivato anzi: gli regalava di tutto, lo
accudiva e gli cantava le canzoni che aveva imparato dalla TV o che gli aveva
insegnato la nonna.
Purtroppo a causa della sua invalidità non venne mai accettato a scuola.
Nonostante le grandi sofferenze non mostrava mai il suo dolore e nei
momenti più duri, quando mancava tutto, lui ripeteva che noi grandi (lui
compreso) potevamo mangiare solo il pane, lasciando il resto ai fratellini
più piccoli. Lasha era un ragazzo diverso dagli altri, non per la malattia, ma
perché si comportava da adulto. Sapeva discernere. Sapeva quali erano le
cose importanti e quelle meno importanti.
La storia
di Lasha
Capitolo 4: Relazione sociale
- 57 -