Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015
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La storia
di Iamse
In Georgia il ruolo delle donne è secondario rispetto all’uomo. Pur essendo
quelle che maggiormente lavorano e si sacrificano per la famiglia, sono
ancora spesso vittime di violenza: qui vivono camminando su una corda,
sospese su di un baratro di regole, costumi e “doveri” aperto sotto i loro
piedi come una bocca per ingoiarle…
Questa che leggete è la storia di
Iamse
(nome che potremmo tradurre in
italiano con Viola), la mamma di un ragazzo che frequenta il Centro Diurno
“S.Camillo”, ed è la storia di una donna che ha lottato tutta la vita.
Come ogni mamma, anche Iamse ha
mani consacrate
dalla fatica, dalla
solitudine, dalla dedizione ai propri figli, mani che vogliamo celebrare
attraverso la storia della sua vita, ricordando il ruolo-chiave della donna nella
Chiesa, quale
messaggera di resurrezione
.
Iamse ha 65 anni e quando le abbiamo espresso l’intenzione di raccogliere,
con il suo permesso, qualche informazione su di lei, ci ha risposto:” La mia
vita è stata dura, non è una storia felice, sono caduta tante volte, ma mi
sono sempre rialzata e vado avanti. Non mi sono mai spezzata!”
La sua famiglia è originaria di Zestafoni, un villaggio nella piana centrale
della Georgia, non lontano dalla città di Kutaisi, oggi sede del Parlamento
georgiano.
Prima di cinque figli, quando Iamse aveva 16 anni un uomo più grande di lei
la rapì.
Il rapimento delle ragazze, comune e non condannato dalla società
georgiana di un tempo, oggi capita raramente, per effetto delle sanzioni
penali che creano un deterrente. È tuttavia notizia di poco tempo fa che un
poliziotto (!), invaghitosi di una ragazza, non sia stato in grado di escogitare
altro sistema per farsi notare dalla destinataria delle sue “attenzioni”, che
quello di rapirla e metterla incinta.
Questo è quanto successe anche a Iamse. Una volta rientrata a casa, lo
scandalo per quanto successo, procurò un infarto al padre. Bisognava
poi affrontare il fatto che ormai Iamse non era illibata e non poteva certo
andarsene liberamente per la sua strada! Nessuno l’avrebbe voluta.
Così andò sposa all’uomo che l’aveva rapita e si trasferì presso la famiglia di
lui, a Kutaisi.
Mentre negli occhi di Iamse un velo suggerisce qualcosa di diverso, la storia
che ci racconta parla di un matrimonio tutto sommato stabile, durato 38
anni. Nacque il primo figlio, che all’età di 22 anni mentre era studente
VI
CONSOLARE GLI AFFLITTI