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Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015
Pian piano la Compagnia si allargò. Camillo e i suoi presero servizio
all’Ospedale Santo Spirito, ma si misero anche a rintracciare malati e poveri
nelle borgate e nei tuguri di Roma. Quando nell’Urbe scoppiò una carestia,
nel 1590, i Servi degli Infermi si prodigarono per soccorrere a ogni necessità.
Il Papa Gregorio XIV ne fu ammirato e decise di elevare la Congregazione a
Ordine dei Ministri degli Infermi
(1591). Negli ospedali di Roma era stata
introdotta una vera riforma sanitaria. Allora da varie parti d’Italia venne la
richiesta di inserire questi religiosi nei propri ospedali. In una ventina d’anni
i Ministri degli Infermi presero così servizio nelle principali città, da Napoli
a Milano, da Genova a Palermo. E c’era dell’altro. Se un esercito partiva
per una guerra Camillo mandava i suoi compagni a portare la croce rossa
sui campi di battaglia. Se in una città esplodeva un’epidemia accorreva con
i suoi a curare gli appestati. Per quarant’anni fu sua casa l’ospedale. Qui
era la scuola in cui addestrò centinaia di giovani al servizio della carità col
suo esempio e con i preziosi insegnamenti contenuti nelle sue Regole per
servire con ogni perfezione gli infermi. Un codice di assistenza sanitaria che
fu applicato in vari ospedali d’Italia. Camillo morì a Roma il 14 luglio 1614.
Quando il Papa Benedetto XIV lo proclamerà
Santo nel 1746
, affermerà
solennemente che Camillo de Lellis è stato iniziatore di “una nuova scuola di
carità”.
Altri Pontefici ribadiranno questa esemplarità di Camillo nel mondo della
salute: Leone XIII lo dichiarerà Patrono degli ospedali e dei malati e Pio XI
Patrono degli Infermieri.
La spiritualità di San Camillo si racchiude in una parola:
misericordia
.
Fatto oggetto della misericordia di Dio, quest’uomo se ne fa strumento
per gli altri. E come la misericordia di Dio si rivela maggiormente con i più
deboli, i peccatori, così l’azione di Camillo si rivolge ai più bisognosi e ai più
sofferenti. Il suo unico scopo è servire Cristo crocefisso in questi poveri Cristi
che sono i malati e gli indigenti, perché essi sono “i nostri signori e padroni”
e noi vediamo in essi “la persona stessa del Signore”.
Suo modello è il buon samaritano, sua regola il discorso del giudizio finale,
suo criterio il gesto di Cristo che lava i piedi ai discepoli. Il tutto contemplato
nel Crocifisso che gli ha rivelato: “Quest’opera non è tua ma mia”.
Una spiritualità che congiunge la consacrazione dei consigli evangelici al voto
di servizio ai poveri ed ai malati anche a costo della propria vita. E poiché
l’immagine umana più alta di amore e di dedizione è quella della madre,