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Capitolo 2: Identità
Abbiamo poi rintracciato i suoi parenti in Friuli e l’abbiamo
accompagnata a casa: su questo sorvoliamo.
Non abbiamo più saputo nulla di lei, forse sarà morta e forse si è
ritrovata in cielo con il suo adorato giovanotto la guardia svizzera
che non ha mai smesso di cercare e che l’ha resa “vagabonda per
amore”.
Andrea
Un barone del profondo sud, studente al 4° anno di chimica,
ha voluto sperimentare un marchingegno da lui costruito che
gli è scappato dalle mani e gli ha provocato la completa cecità,
l’amputazione di una mano e dell’avambraccio e soprattutto gli ha
sconvolto il cervello.
Diseredato dalla famiglia, abbandonato al suo destino e anche lui
come Laura è approdato a Roma e poi a Torino fermandosi alla
stazione di Porta Nuova e dimorando sotto i portici.
Aveva escogitato la teoria, come la chiamava lui, “dei piccoli
passi”: camminava lentamente e chiedeva in continuazione e in
modo petulante aiuto ai passanti. Quando è arrivato alla nostra
Comunità era il 1985 e ci è rimasto per un bel po’ di anni. Gli
piaceva mangiare, soprattutto spaghetti ben conditi, patatine
fritte, bistecche di pollo impanate e “bignole” in quantità e non
sempre lo si poteva accontentare! Un’altra sua teoria era quella
degli “Aghiformi”; secondo lui l’aria era piena di aghiformi che lui
respirava e che puntualmente sputava per liberarsene e imbrattava
muri e pavimenti. Spiritelli da cui era ossessionato e ossessionava
tutti noi.
Un rito giornaliero era quello della vestizione: doveva iniziare con le
calze, doveva metterle e toglierle tre volte e solo la terza volta era
quella giusta. Idem per le mutande che doveva indossare al diritto
e al rovescio sempre tre volte e così per le maglie, i pantaloni, i
maglioni, le scarpe, insomma un rito che portava via del tempo ma
comunque secondo lui un tempo ben speso.
Un giorno eravamo tutti seduti a tavola, all’improvviso abbiamo
sentito un scroscio d’acqua e guardando dalla finestra non vedendo
che un bel sole, siamo andati sulle scale dalla quale scendeva una
vera cascata d’acqua. In bagno abbiamo trovato Andrea disteso a