Omelie

Dobbiamo fare un esame di coscienza e riprendere in mano la forza della croce di Cristo che sola sarà capace, non di darci una vita tranquilla, ma capace di trasformare, forse, un po’ questo mondo corrotto, fondato sulla menzogna, sull’odio, sulla violenza, che deride la vita di ogni essere umano. Vivere la fede così vuol dire portare il fuoco sulla terra, un fuoco che purifica e che ci libera da ogni ipocrisia che avvilisce la nostra coscienza.

Quando facciamo crescere la nostra speranza che va al di là dell’immanenza, si aggancia alla trascendenza di Dio, spera in cieli nuovi e terra nuova, non stiamo parlando di sogni, di pie illusioni per anime belle, ma di vita, non solo quella futura, ma di questa vita. Se non amiamo, difendiamo, rispettiamo, crediamo a questa vita è difficile poi pensare a una vita futura.

Dobbiamo vivere con sapienza e saggezza il nostro tempo e la nostra vita. Siamo chiamati a un discernimento che ci aiuti a riflettere sul vero senso da dare alle cose, che se sono condivise diventano un tesoro profondo della coscienza, ma se sono accumulate diventano la schiavitù della nostra esistenza. Riflettiamo su noi stessi per dare un senso compiuto e autentico ai nostri giorni e alla nostra vita

Quando qualcuno mi chiede: che cosa vuol dire pregare, perché devo pregare? Pregare è pensare Dio, amandolo.

Quando riceviamo un ospite che è diverso da noi, più è diverso da noi, più dobbiamo prostrarci in adorazione davanti a questa persona, lo abbiamo sentito nel libro della Genesi, è il Messaggero di Dio, l’incarnazione di Dio che viene a noi, nella nostra casa. Marta era la padrona della casa, la signora, che doveva fare bella figura, mettere a suo agio l’ospite. Maria è una donna che si siede ai piedi del Maestro, la Sua posizione è quella del discepolo nei confronti del Maestro, una posizione rivoluzionaria, perché il posto di Maria non era ai piedi dell’ospite, ma come quello di Marta e di tutte le donne era di stare in cucina.

Il credente non è colui che obbedisce a Dio osservando la legge, ma è chi pratica un amore simile a quello di Dio. Ecco cosa vuol dire credere. Ecco cosa vuol dire intraprendere la strada della conoscenza di Dio: Amare! Anche coloro che dicono di non credere in Dio, ma credono e amano l’uomo, lo sappiano o no conoscono Dio e hanno fede in Dio proprio perché credono nell’uomo.

Gesù è morto perché ha abbattuto tutte le barriere e i muri che noi continuamente e testardamente continuiamo a innalzare per dividerci dagli altri esseri umani. Ha abbattuto soprattutto tre muri: quello del potere, quello del sapere e quello dell’avere.

Saremo finalmente liberi quando saremo capaci di metterci in cammino verso il futuro di Dio che è la sola e vera grande libertà.

Quando rispettiamo l’uomo, rispettiamo Dio; quando amiamo l’uomo, amiamo Dio; quando doniamo all’uomo, doniamo a Dio. L’Eucarestia non si misura su delle verità date, delle dottrine, dei precetti ma sull’accoglienza dell’altro, sulla capacità di fare nostre le attese, le speranze, la vita degli altri esseri umani.

È la forza del nostro amore nei confronti di Dio che ci aiuta a credere, abbandonandoci a Lui, nonostante tutto. Vivere la fede così è, da una parte, faticoso, una tribolazione, ma, dall’altra parte, ci aiuta a maturare cammini di consapevolezza e di speranza, non disperare mai, ritrovare in Dio la roccia e il fondamento della nostra vita e della nostra fede. Solo così potremo progredire con pazienza, pian piano, giorno per giorno, momento per momento, passo dopo passo nella strada della verità.