Omelie

“Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male, perché tu sei con me”. La vita spesso si manifesta come una valle oscura, non disperiamo mai, ma affidiamoci a Dio perché: “Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce”.

“Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno, la verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo”. L’annuncio del Vangelo è risveglio delle responsabilità, l’ asservimento al potere è l’ avvilimento delle coscienze.

Dio non ha creato la morte, grande scandalo della creazione, perché è il Dio della vita. Dobbiamo attraversare il male con la forza dell’amore che vince anche la morte, perché l’amore è più forte della morte. L’amore non muore mai!

“Perché avete paura?” Chiede Gesù ai Suoi discepoli. Abbiamo paura perché non abbiamo fede, perché siamo succubi e complici con la realtà del mondo, perché siamo legati alla difesa di noi stessi. Se io non vivo per me stesso non ho più paura. Abbiamo tonnellate di religione ma non abbiamo un granello di fede. Ecco perché abbiamo paura.

La fede ha una sua forza vitale, basta a se stessa e vive piccola come un granello di senape. Se la fede è autentica, profonda, troverà i suoi modi di esprimersi e di rendersi visibile anche in un’epoca post-cristiana come la nostra.

Viviamo sempre più in conflitto tra quello che è l’imperativo della coscienza morale e il corso delle cose che sembra non curarsene e andare verso la morte. Siamo chiamati a sentirci responsabili del mondo perché non c’è principio più alto della coscienza umana responsabile.

Celebrare l’Eucarestia è da una parte entrare nell’ insondabile mistero di Dio, dall’altra prendere coscienza del nostro impegno di spezzare il pane, spezzare la nostra vita per condividerla come ha fatto Gesù Cristo.

Possiamo vincere la paura? Solo attraversandola, entrandoci dentro. Una fede adulta non si inganna ma vede le cose come sono. Dopo questo nasce la forza che ci libera dalla schiavitù della paura e possiamo chiamare Dio “Padre” abbandonandoci alla forza dello Spirito.

Lo Spirito è rifiuto di dare valore assoluto a ciò che è relativo. Lo Spirito abbatte ogni barriera e ci apre all’ universalità. Lo Spirito ci riporta alle radici dell’essere e ci dà la capacità di ascoltare ciò che ferve nel cuore dell’uomo. La minaccia del futuro è la paralisi collettiva delle coscienze.

Nella nostra stessa fragilità, nell’accettate la nostra provvisorietà senza luoghi di rifugio, senza garanzie, sta la grandezza della nostra fede. Niente ci è assicurato, la nostra sicurezza è solo in Dio.