Omelie

Ecco chi è Dio: un folle, un pazzo d’amore per noi!

La nostra vita è un cammino nel deserto, fatta di scorpioni, di serpenti velenosi, mancanza d’acqua, di cibo, fatta di paura, di controsenso, di violenza, di guerra. Dobbiamo confrontarci con questa tremenda realtà, perché la fede non sia una realtà fanatica e teorica che non ha nulla a che fare con la nostra concreta esistenza.

Tutto passa, tutto è relativo! Non dobbiamo fondare la fede su cose esterne, che fanno parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni. È necessaria una nuova comprensione della gloria e della santità di Dio, dobbiamo essere dei viandanti che cercano Dio, che non sono troppo sicuri del Dio in cui hanno sempre creduto e che è stato sempre predicato.

Senza il pane di Dio cadremo nella disperazione

Dal Vangelo di Matteo i tre pilastri della spiritualità: l’elemosina, la preghiera e il digiuno

mentre noi, invece, abbiamo un tremendo bisogno di vita, soprattutto dopo due anni di pandemia. Non possiamo continuare a distruggerci, ma dobbiamo trovare una strada che ci aiuti a difendere, proteggere, amare la vita, a rispettare la dignità degli esseri umani, ad avere un sacro rispetto per il diritto e la giustizia, perché senza questi due principi non ci può essere pace nel mondo.

Dobbiamo nutrire, sviluppare, maturare all’interno della coscienza una capacità di sguardo del mondo che non contempli l’esigenza della forza, ma quella dell’amore e del perdono.

Quali sono le scelte che facciamo? Che senso diamo alla nostra vita? Quali sono le speranze autentiche, vere che albergano nella nostra coscienza e nel nostro cuore?

Se continuiamo a credere nel Dio che esce dalla nostra testa, non crediamo a Dio, ma a un Dio oggetto dei nostri ragionamenti, che risponde al nostro modo di volerLo ed esigerLo, che non ha nulla a che fare con il Dio trascendente.

Una carità che si chiude dentro i confini di una religione, di una patria, di una nazione, che non guarda lontano, non è carità, ma profondo egoismo.