Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015 - page 5

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“Il contesto concreto in cui viviamo di accoglienza
di immigrati che da paesi poveri emigrano in cerca
di fortuna, o di ammalati poveri, costretti dalla
minaccia della morte a cercare cure e medicine in
un paese che non è il loro – con i drammi connessi di
abbandono di patria, casa, famiglia e lavoro, oppure
il contesto sociale di paesi in via di sviluppo dove
operano i nostri confratelli, dove le popolazioni –
stremate dalla guerra, dalla fame e dalla miseria –
sono costrette a sopravvivere con una manciata di
calorie, inferiori a quelle consumate nei nostri paesi
da cani e gatti, queste riflessioni ci hanno portato
ad una prima considerazione, che cioè è sempre
più difficile credere ed essere testimoni credibili di
Gesù Cristo in un contesto in cui il mercato globale
ha assorbito tutte le energie e le aspirazioni degli
uomini, e nel quale non c’è più spazio per la gratuità
e la tenerezza, che sono le categorie rivoluzionarie
nelle quali Dio si manifesta.
La tensione a soddisfare attraverso il consumo i
bisogni, è la nuova escatologia: l’uomo vive per
consumare ciò che produce. Parafrasando una
battuta di padre Gabriel, il provinciale gesuita delle
“riduzioni” gesuitiche in America Latina del libro di
R. Bolt “La Missione”, si potrebbe dire con l’autore:
“Se è il profitto che crea il diritto, non c’è posto per
l’amore sulla terra”.
Il consumo crea ricchezza per i pochi, ma si nutre
della vita dei molti che impoverisce per aumentare a
dismisura il suo potere e il suo dominio.
Questo meccanismo perverso ha coinvolto e attratto
nelle sue spire anche la Chiesa e la vita religiosa:
è sempre più difficile separare il Cristianesimo
dal capitalismo e dalla finanza. Cristo ci libera,
attraverso la povertà professata e praticata, dalla
alienazione del denaro; attraverso l’obbedienza ci
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