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si sono concentrati i nostri maggiori sforzi: la nuova frontiera è
rappresentata dall’Indonesia e in particolare dall’isola di Maumere
dove operano i nostri missionari.
Il settore nel quale concentriamo i nostri sforzi è quello sanitario,
visto il carisma del nostro ordine religioso che è a servizio del
malato. La costruzione del nuovo ospedale a Port-au-Prince è
terminata, e verso la metà del 2016 diventerà funzionante. Ma non
mancano interventi anche in quelle realtà in cui la persona umana e
la famiglia sono meno tutelati e difesi. Ecco perché in Haiti è in fase
di ampliamento l’accoglienza ai bambini disabili fisici e mentali da 0
anni a 15 anni, dove oltre ad una sempre maggiore professionalità e
attenzione nella loro cura, sono previsti nuovi spazi per ampliare a
livello numerico l’accoglienza. La costruzione dei villaggi continua
inesorabile: siamo già a 4 (Villaggio della Vita, Villaggio della Gioia,
Villaggio della Pace e Villaggio della Speranza), il Villaggio Nazaret
è in costruzione e ci proponiamo di costruirne un sesto. Sessanta
famiglie sono già state sistemate, altre 40 lo saranno presto, non
appena terminati i villaggi in costruzione.
Non si tratta solo di dare una casa, che per chi non ce l’ha è
comunque molto, ma soprattutto dare la possibilità di coltivare un
orto e in un villaggio c’è anche la possibilità di allevare alcuni maiali
e galline: per una famiglia haitiana avere un maiale e un piccolo orto
significa la sussistenza basica un po’ come avveniva in Italia all’inizio
del ‘900 (vedi il film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi).
La Scuola San Camillo, finanziata dai sostegni a distanza continua
l’opera di istruzione dei bambini della scuola elementare e media.
A Jérémie il Centro Ospedaliero per la cura delle lesioni cutanee
gravi (CLC), anche se con grande fatica sta avanzando: è terminata
ormai la prima parte, si è arrivati al tetto della seconda costruzione
e alla fase impiantistica.
In Georgia, in Armenia, in India, in Kenya e in Argentina si continua
a lavorare per rispondere ogni giorno ai problemi delle persone che
vengono seguite e di cui si parlerà nelle prossime pagine di questa
edizione del Bilancio Sociale. Sono persone che vengono aiutate con
“cuore di madre” come ripeteva San Camillo de Lellis ai suoi primi figli.
L’Indonesia, come dicevo prima, è la nuova frontiera nella quale sta
crescendo una delle Comunità di giovani Camilliani indonesiani,