Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015 - page 19

- 17 -
che tra il 1976 e il 1985 spazzarono via un’intera generazione.
Il dramma dell’uomo è che non fa tesoro di quello che è successo nel
passato: tende più a rimuovere che a fare memoria. Non per sterili e
inutili celebrazioni ma per non ricadere negli stessi errori.
D’altra parte già Primo Levi ci ricordava che “se comprendere è
impossibile, conoscere è necessario. Tutti coloro che dimenticano il
loro passato, sono condannati a riviverlo”.
E così oggi, nel silenzio quasi assoluto, ci troviamo davanti a un
nuovo genocidio che è quello dei cristiani in Medio Oriente, come
cento anni fa lo fu sempre per i Cristiani Armeni in Turchia.
Delle undicimila famiglie cattoliche presenti in Siria oltre 4 mila
sono dovute fuggire. Cento le chiese e cinque i monasteri distrutti.
In Iraq è rimasto solo il 30% dei cristiani. Gli altri, tutti gli altri, sono
fuggiti. Molti, troppi sono morti o sotto le bombe o sotto il mare.
In questo 2015 abbiamo continuato a lavorare nelle missioni di
Port-au-Prince e Jérémie ad
Haiti
; in quella di Tbilisi, Khisabavra,
nella casa della Nonna al confine con l’Ossezia del Sud, in
Georgia
;
sull’altopiano di Ashotsk in
Armenia
; a Cordoba in
Argentina
;
nell’Isola di Flores in
Indonesia
; a Visalhapatnem in
India
; a
Karungu in
Kenya
.
Abbiamo aperto nuovi fronti: innanzitutto a
Torino
per dare,
assieme all’Associazione “Terza Settimana”, una risposta alle
famiglie torinesi che fanno fatica aiutandole nel sostenere la spesa
di generi alimentari, nel mettere i loro figli in condizione di potersi
alimentare non solo con pasta e pomodoro.
Abbiamo fatto fronte al terremoto del
Nepal
e dato una “piccola
mano” alla grande missione del
Burkina Faso
, concluso l’impegno
nelle Filippine colpite dal tifone Yolanda (dove abbiamo ricomprato
barche e reti ai pescatori che avevano perso tutto) e in Sierra Leone
dove il virus Ebola sembra finalmente sconfitto.
Lo abbiamo fatto direttamente o con altri che come noi hanno a
cuore la vita dei poveri, dei sofferenti, di chi ha avuto la sfortuna di
nascere nella parte sbagliata del mondo.
Nell’affrontare le sofferenze di “casa nostra”, delle missioni in cui
lavoriamo da tempo o di quelle in cui siamo stati chiamati da poco
non abbiamo distolto lo sguardo dalle tragedie del mondo di cui ogni
giorno ci arrivano gli echi, le immagini, le grida. In primis quelle che
1...,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18 20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,...164
Powered by FlippingBook