Madian - Bilancio Sociale 2016 - page 107

Capitolo 4: Relazione sociale
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consegnato una seconda parte di materiale all’amministratore del
centro.
Abbiamo quindi proseguito alla volta di Jérémie dove vive Padre
Massimo Miraglio, in questi giorni in compagnia di due volontari
italiani che sono con lui per aiutarlo con i lavori di costruzione.
Il Centro Ospedaliero per le lesioni cutanee che è in costruzione
non è stato toccato: è molto solido perché è stato fatto in cemento
armato. Purtroppo il tetto, fatto in lamiera grecata speciale venuta
dall’Italia, è volato via. Anche la residenza di Padre Massimo, dove
vengono accolti i volontari, è molto solida e non ha subito danni,
mentre tutta la vecchia struttura (Chiesa, ex-noviziato, ecc…) è
andata completamente distrutta. Nel cortile non c’è più un albero,
tutto è stato spazzato via dalla violenza dell’uragano Matthew.
Abbiamo visto tantissime abitazioni e chiese senza tetto, nessun
albero in piedi, niente vegetazione, sembra di trovarsi in un
deserto”.
Se
Jérémie
, il capoluogo della regione, ha subito un
colpo durissimo
,
l’entroterra ha avuto danni ancora maggiori, incalcolabili.
Molti sono stati i morti e migliaia i feriti in tutta la regione, le
abitazioni rurali sono state rase al suolo ed è inestimabile la perdita
in termini di vegetazione e coltivazioni andate completamente
distrutte. Non è rimasto nulla del patrimonio animale tipico di
quest’aerea a forte vocazione agricola. Le chiese, le cappelle,
le scuole, i luoghi d’incontro comunitari, sono stati spazzati
via dalla furia del vento e nei fondovalle dai fiumi in piena. Le
vie di comunicazione terrestre, già in pessime condizioni, sono
ulteriormente peggiorate e le piogge incessanti delle settimane
successive al passaggio dell’uragano hanno reso molte delle strade
impraticabili.
Per fare fronte a questa difficile situazione migliaia di famiglie sono
state obbligate a costruire rifugi improvvisati per ripararsi dalle
intemperie, in un paesaggio divenuto irriconoscibile e ostile. A
diversi mesi dal passaggio dell’uragano gran parte della popolazione,
tra i quali molti bambini, sono ancora costretti a passare notti
all’addiaccio o in piccole caverne o sotto gli alberi gettati al suolo
dall’uragano o sotto teloni sistemati in modo estremamente precario
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