Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2016
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“Mentre un brivido disperato la scuote tutta, Azniv improvvisamente
comprende un pericolo, un orrore incombente, e il suo giovane sangue dà
un balzo di voluttuosa speranza. Un cieco istinto la spinge ad andare via da
quel luogo, dove le rose sembrano adesso profumare di morte, e il muro
del giardino nasconde tombe sconosciute. Si
alza in piedi, e allora lui (che non ha compreso
nulla) si alza con lei e la stringe a sé per baciarla.
Il bacio è appena uno sfiorarsi, ma rimbalza in lei
cupamente: vergogna, disonore, follia, nella casa
stessa del padre...
Azniv si stringe le braccia sul seno, arrossisce, e con
la stessa velocità con cui lo ha fatto entrare, riapre
la porticina nel muro e spinge fuori il giovane,
con furia silenziosa. Il corpo le ha detto ciò che
la mente non aveva ancora afferrato: il mare di
differenza che diventa sempre più rosso, dove lei
sta su una sponda e lui sull’altra, il mare che divide
i due popoli”.
“Nella grande piana ai piedi dei primi contrafforti
del Tauro, confluiscono stremati i resti delle
carovane. Di quanti, di quante biancheggiano
ormai le ossa sui sentieri, quanti gonfi cadaveri
sono trasportati dall’Eufrate; quanti bambini,
quante ragazze sono scomparsi. Il gruppetto dei superstiti della piccola città
si attenda penosamente sotto due alberi scarni, mentre un falco alto gira nel
cielo limpidissimo. È luglio, chissà. Nessuno tiene più il conto dei giorni.
Dove sono i castelli di Cilicia, dove il regno crociato dei Lusignano?
Nella nebbia, nel calore accecante, fra i resti miserabili di quel popolo
orgoglioso si aggirano i fantasmi degli arcieri invincibili bagratidi, dei
cavalieri con l’orifiamma al vento. E un delicato vento di morte soffia sulle
guance accaldate, sui volti riarsi, portando frescura, abbandonata inerzia,
consolazione: e Shushanig vede le belle forti angele guerriere che vengono a
prenderla, insieme a Sempad a cavallo, bello come quando andava a caccia
con l’amico nel paese dei Lazi”.