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La regione centrale e quella occidentale, compresi i quartieri
della
Valle di Kathmandu
, sono state le più colpite. L’impatto
del terremoto nelle zone montane e collinari non è stato facile da
definire poiché moltissime aree si sono presentate inaccessibili
con i mezzi, in particolare quelle Dhading, Gorkha, Rasuwa,
Sindhupalchowk, Kavre, Nuwakot, Dolakha, Kathmandu, Lalitpur,
Bhaktapur e Ramechap. Secondo le stime dell’ONU più di
160.786
case sono state distrutte
, 143.673 sono state danneggiate e 2,8
milioni di persone sono sfollate (ONU).
Durante le ripetute scosse del terremoto dell’aprile 2015 in Nepal,
tra le numerose strutture crollate in tutto il Paese, anche il
Koselee
Children Center
di Sindhuli, che ospitava circa 30 bambini,
fortunatamente tutti salvi, è divenuto inagibile e i bambini sono
stati costretti a vivere sotto tende di fortuna o strutture offerte loro
temporaneamente.
Il centro si trova nel distretto di Sindhuli, a 170 km a Sud-Est
rispetto a Kathmandu, dove vi è una forte mescolanza di culture e di
culti.
In quest’area le famiglie sono molto povere e, a causa della
mancanza di ospedali e dell’inaccessibilità agli stessi, è presente un
elevato tasso di mortalità. A causa dei matrimoni precoci, vengono
alla luce molti bambini che però, poi, non possono essere accuditi e,
successivamente, accedere all’istruzione.
Purtroppo nella società nepalese non vi sono opportunità di lavoro
per la fascia di popolazione indigente; così le persone lasciano le loro
case per cercare nuove opportunità di lavoro nelle città, senza farvi
più ritorno. In molti casi i genitori partono lasciando soli i bambini
al villaggio, oppure, dopo essersi trasferiti in città, non sono più in
grado di occuparsene.
Molto spesso, i bambini più poveri sotto i 10 anni vengono mandati
come inservienti nella case delle famiglie benestanti della città per
contribuire al mantenimento della famiglia oppure, nel peggiore dei
casi, per saldare un debito che la famiglia stessa aveva contratto
nei confronti del “datore di lavoro”. Al di fuori delle città i genitori
non possono mandare i figli a scuola; questi ultimi sono costretti ad
occuparsi del bestiame o, comunque, a lavorare.
Il contesto