Madian Orizzonti ONLUS - Bilancio Sociale 2017-2018 - page 113

Capitolo 3: Relazione sociale
- 111 -
siamo sbagliati», oppure «abbiamo detto una bugia per cento anni». C’è
una tale sovrapposizione di negazionismi, che credo che a questo punto
anche qualcuno che fosse di buona volontà, troverebbe molte difficoltà a
modificare la posizione turca tradizionale a livello di autorità dello Stato.
A ciò si affianca la volontà di negare, perché in qualche modo l’orgoglio
nazionale turco che hanno cercato di coltivare dal tempo della presa
di potere da parte di Kemal Atatürk è sempre stato centrato su di un
insegnamento che viene fatto ai bambini sin dalle scuole elementari: «siamo
un popolo straordinario, che non potrebbe mai commettere una cosa del
genere». Questo ha creato una situazione schizofrenica: da un lato ci sono
tantissimi turchi che riconoscono la realtà del genocidio sia a parole, sia con
gli scritti, sia pubblicando studi storici e rischiando di persona, perché non
è facile in Turchia avere queste posizioni; dall’altro c’è una struttura dello
Stato che ancora pervasivamente afferma che il genocìdio non è avvenuto.
Ogni volta che c’è un riconoscimento come quello del parlamento italiano
di qualche settimana fa, si ripete il solito balletto: la Turchia protesta, o
ritira l’ambasciatore, o convoca l’ambasciatore del paese in questione, ecc.
Dopodiché l’ambasciatore rientra. Se un piccolo Comune della provincia
di Catanzaro vota una mozione sul genocidio armeno, le autorità turche
minacciano la rottura dei rapporti economici fra Italia e Turchia. Sono
reazioni automatiche, che poi non hanno conseguenze. Ripeto: siamo di
fronte a una realtà schizofrenica, quando pensiamo che persino Hasan
Cemal, nipote di quel Djemal Pasha che fu uno degli architetti del genocidio,
ha scritto un libro intitolato 1915. Genocidio armeno, tradotto in Italia
da Guerini. Costui è stato allevato nel culto del nonno, ma ha fatto un
lungo percorso di coscienza fino a scrivere un libro che riconosce la realtà
del genocidio armeno. Dove ha scritto: «Finché noi turchi non prendiamo
coscienza di ciò che è avvenuto, non potremo fare pace col nostro passato
e considerarci una nazione con una storia». Ma oggi la Turchia è bloccata in
una situazione molto pericolosa, e queste aperture del ceto intellettuale, che
si sono verificate fino al 2015, appaiono in stallo.
Il negazionismo potrebbe dipendere anche dal timore della richiesta
di indennizzi da parte dei discendenti delle vittime?
Sì, dipende anche da questo. Ci sono ancora armeni che conservano titoli
di proprietà di beni immobiliari che avevano nell’Impero Ottomano. La
base Nato di Incirlik sorge verosimilmente su un terreno di proprietà di una
1...,103,104,105,106,107,108,109,110,111,112 114,115,116,117,118,119,120,121,122,123,...164
Powered by FlippingBook