Omelie

Per realizzare un regno di pace, di fraternità e di giustizia non serve la forza, le armi, le potenze degli stati, ma una grande capacità interiore e una profonda convinzione per essere capaci di annientare le forze che uccidono la vita degli esseri umani.

L’Epifania è la manifestazione di Dio a tutti i popoli, perché per Lui ogni uomo è una realtà preziosa, unica e insostituibile.

Noi ci rendiamo conto che da una parte apparteniamo a questo mondo, ma, in realtà, se siamo delle persone autentiche, vere, rette non possiamo essere di questo mondo, anzi, siamo persone che attendono un mondo altro, diverso, non l’altro mondo, ma questo mondo trasformato.

Dio faccia brillare il Suo volto perché la nostra sicurezza non viene dalle cose, dai beni materiali ma solo da Dio, che vuole un mondo di vita, perché il Dio in cui crediamo non è dei morti, ma è dei vivi e per questo Dio vuole vita, pace, felicità per l’essere umano.

Se la famiglia è chiusa in se stessa, diventa egoista, sterile, improduttiva. La famiglia, l’amore per essere fecondo deve essere capace di moltiplicarsi, di riprodursi, di aprire la mente, il cuore, le porte per poter accogliere tutte le figlie e i figli del mondo.

Gesù ci ha fatto conoscere Dio nella prospettiva dell’Amore

Per la meditazione sulla Parola di Dio, che abbiamo ascoltato oggi, partiamo dalla seconda lettura tratta dalla lettera di Paolo ai Romani, dove vengono messe in risalto tre cose: l’annuncio del Vangelo; la rivelazione del Mistero avvolto nel silenzio dei secoli eterni e l’obbedienza della fede.

Se tutta la nostra identità, si riferisce solo al nostro ruolo sociale, alla nostra immagine, alle maschere che indossiamo per recitare sul palcoscenico della vita, rinunciamo a noi stessi e alla dimensione più importante che ci caratterizza che è la capacità di uscire dalla melma delle convenzioni sociali per spiccare il volo verso l’ulteriorità di Dio, verso più vasti orizzonti.

Maria è stata una donna grande perché libera, autentica, vera e totalmente responsabile. Credo che Maria dovrebbe diventare l’esempio di ogni cristiano, capace di rispondere SI a Dio in piena libertà, di diventare trasparenza del progetto di Dio per l’umanità. Se questo fosse il nostro modo di essere cristiani, il mondo non sarebbe il deserto della violenza, ma il giardino della pace.

Se vogliamo proiettarci verso i cieli nuovi e terra nuova, dobbiamo iniziare oggi, qui, a costruire questa speranza, questo futuro, perché senza la profonda convinzione che, almeno in parte, i cieli nuovi e la terra nuova possono essere progetti del presente, non saranno neppure progetti del futuro. Allora, anche le nostre speranze sono destinate a naufragare.