Omelie

Dio non ci abbandona, è accanto a noi, non con la forza della Sua onnipotenza, ma solo ed esclusivamente con la forza del Suo amore.

L’ospitalità è l’atteggiamento del rispetto, di ciò che l’ospite introduce nella nostra vita, nelle nostre abitudini, in quello che abbiamo sempre pensato, fatto e creduto. L’ospite deve essere rispettato perché ci aiuta ad uscire dagli schemi, da noi stessi, a guardare il mondo con altri occhi, altre prospettive.

Quando nutriamo le stesse speranze dei settantadue discepoli, diventiamo annunciatori del messaggio di pace portato da Gesù e portiamo avanti e anticipiamo il Regno di Dio.

Ricordiamoci che Gesù di Nazaret è stato ucciso dal potere religioso e dal potere politico “secundum legem”, per rispettare la legge, ecco perché ha ragione l’apostolo Paolo quando ci esorta a lasciarci guidare dallo spirito “ma se vi lasciate guidare dallo spirito non siete sotto la legge”.

I discepoli invitavano Gesù a cacciare via la folla, tutta quella gente li infastidisce, diventa per loro un problema, una seccatura, non vedono più delle persone ma delle cose di cui sbarazzarsi. Non succede forse lo stesso oggi?

Oggi è il Salmo responsoriale che ci dà la chiave di lettura del mistero della Trinità

Per chi crede in Gesù e nel suo Vangelo non ci sono patrie, confini, dogane, territori da difendere perché chi è cristiano è cittadino del mondo.

Oggi, abbiamo un estremo bisogno di percorrere cammini di certezze interiori, perché viviamo in un mondo fatto tutto e solo di totale esteriorità

Siamo chiamati a cercare ogni giorno la pace che ci ha lasciato Gesù per costruire oggi, qui, su questa terra, la nuova Gerusalemme, la città della pace.

Gesù ci ha detto ‘Amatevi come Dio ama voi’. Ecco la radicalità del nostro amore: se sapremo amare gli altri come Dio ama noi, non avremo paura di niente e di nessuno, sapremo trasformare questo mondo marcio e malato, diventeremo autentici testimoni del comandamento dell’amore che Gesù, oggi, ci ha dato