Omelie

«Nulla è impossibile a Dio»

Dobbiamo essere vigilanti per cercare il vero volto di Dio nel volto sfigurato dell’uomo perché Dio lo troviamo nella Sua trascendenza ma anche nella nostra fragilità. Siamo argilla, solo riconoscendo le nostre fragilità sapremo ricominciare da zero con gioia senza la presunzione di essere onnipotenti. Bisogna essere capaci di pietà e di speranza.

Il momento in cui noi confessiamo la fede in Gesù non è quando diciamo: “Signore Signore” ma quando diamo risposte concrete agli ultimi della terra. Dio non ci chiederà se abbiamo creduto in Lui ma se abbiamo amato l’uomo povero come Lui lo ha amato.

Fare fruttificare i talenti significa essere responsabili: il mondo che c’è stato affidato sarà come vogliamo che sia. Ecco perché occorrono coscienze responsabili che investono le proprie capacità per trasformare il mondo, altrimenti andiamo verso la catastrofe. È tempo di svegliarci dal sonno.

La sapienza ci aiuta a uscire da noi stessi per aprirci agli altri, a fare della nostra vita non un monologo dove troviamo sempre e solo noi stessi, ma un dialogo che ci aiuta con l’amore e l’umiltà a comprendere e accettare l’altro.

Il Vangelo è annuncio di un mondo fraterno, dobbiamo assumerci questa responsabilità per farla trasparire nel nostro modo di essere nel mondo soprattutto in questo triste periodo storico.

L’amore di Dio e l’amore dell’uomo sono la stessa cosa. Se nell’amore per Dio è assente l’amore per l’uomo la religione diventa un rifugio, una legittimazione dell’indifferenza. Non si può essere profondamente religiosi e profondamente distratti di fronte alle sofferenze umane. La violenza e le guerre che stanno insanguinando il mondo sono la morte dell’amore.

L’amore di Dio e l’amore dell’uomo sono la stessa cosa. Se nell’amore per Dio è assente l’amore per l’uomo la religione diventa un rifugio, una legittimazione dell’indifferenza. Non si può essere profondamente religiosi e profondamente distratti di fronte alle sofferenze umane. La violenza e le guerre che stanno insanguinando il mondo sono la morte dell’amore.

Oggi il rischio è di perdere la speranza, la speranza che la pace sia possibile, che l’uomo non continui a essere lupo per l’altro uomo, che non si possa costruire un altro mondo con altre logiche, prospettive, altri progetti, che non sono quelli che stiamo vivendo oggi, progetti di morte, ma un mondo che finalmente progetti la vita. Ecco le speranze universali che ci portano al Dio universale.