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La terza edizione del Bilancio Sociale vede alcune novità: la prima
è che abbiamo inserito, nella sezione Relazione Sociale, per ogni
Paese in cui Madian Orizzonti opera, un racconto che riguarda la
vita di uno dei bambini, delle famiglie, dei malati, dei poveri, delle
persone che abbiamo incontrato. Crediamo, infatti, che quello che
conta veramente nella vita vada ben oltre i numeri, i rendiconti, le
relazioni di quello che si è fatto, degli obiettivi raggiunti, di quelli da
raggiungere: contano le persone, quelle in carne e ossa.
Il rischio che corriamo – come ha scritto Enzo Bianchi – è di
diventare insensibili perché “non vediamo l’essere umano che c’è
dietro ogni vita spezzata, mentre bisognerebbe conoscere ciascuno
di loro: il volto, le sofferenze, le angosce e le speranze, le persone
che ama e che ha lasciato, quelle che porta nel cuore ovunque vada,
quelle che lo custodiranno sempre nel ricordo”.
Contano le donne e i bambini che vogliono una vita come la nostra:
fatta di speranze e di sogni ma soprattutto di cose normali: salute,
casa, lavoro.
Aspetti che per noi sono, spesso, scontati, dovuti ma per i tanti
che sono nati e vivono nella parte sbagliata del pianeta sono una
chimera.
Per motivi di spazio non abbiamo potuto dare risalto alle vite che ci
sarebbe piaciuto raccontare. Questo perché, per continuare con Enzo
Bianchi, “bisognerebbe poter chiamare ciascuno per nome, il suo
nome, quello con cui lo ha sempre chiamato chi lo amava e lo ama”.
Abbiamo scelto alcune di queste vite e di questi volti, storie che
racchiudono, anche, l’impegno e la dedizione totale e gratuita
dei religiosi e delle religiose, dei volontari e dei professionisti che
lavorano, operano, curano, insegnano, costruiscono, danno del
proprio ad Haiti, in Armenia, in Georgia, in Indonesia, in Kenya,
nelle Filippine, in Argentina.
La seconda novità è il focus che abbiamo dato, nella sezione Identità,
alle vicende che hanno toccato alcuni dei Camilliani della Provincia
Piemontese (passati dalla Chiesa di San Giuseppe) durante la
Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario. Questo non
tanto per scimmiottare il lavoro degli storici quanto per proporre
alcune riflessioni di quei Camilliani partiti come soldati, talvolta con
il fervore e la retorica dell’età e dell’epoca, ma morti con la piena
Lettera di
presentazione
di Alessandro Battaglino
“Questo nostro
incontro risponde
a un anelito molto
concreto, qualcosa
che qualsiasi
padre, qualsiasi
madre, vuole per
i propri figli;
un anelito che
dovrebbe essere
alla portata di
tutti ma che
oggi vediamo con
tristezza sempre
più lontano dalla
maggioranza della
gente: terra, casa
e lavoro.
È strano: non si
comprende che
l’amore per i
poveri è al centro
del Vangelo.
Terra, casa e
lavoro quello per
cui lottate sono
diritti sacri”
(Papa Francesco)