Madian - Bilancio Sociale 2016 - page 8

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Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2016
sperimenta nella sua carne il limite umano. A queste persone Gesù,
in forza dell’amore, cerca di ridare vita, speranza, futuro. Noi non
siamo chiamati solo a piangere, a turbarci di fronte a una pietra
sepolcrale, ma a turbarci di fronte al limite di tante persone che
devono confrontarsi con la tremenda realtà della vita. Se questo è
il nostro atteggiamento, troveremo lungo il nostro cammino tante
pietre sepolcrali che appesantiscono il nostro cuore e quello degli
altri. I sepolcri sono la divisione, l’emarginazione, la discordia, le
inimicizie, cioè tutte quelle realtà che ci dividono, anche all’interno
delle nostre famiglie, dei nostri rapporti, della realtà concreta
della nostra esistenza. Quando noi cediamo alla vendetta, all’odio,
ai soprusi invece che all’amore, in quel momento, noi chiudiamo
la nostra vita dentro a un sepolcro. Voi mi insegnate che vivere
nell’odio, nel rancore, ci intristisce, ci rende schiavi. I primi a
essere oppressi dall’odio, non sono le persone che odiamo, ma noi,
perché non siamo più liberi da noi stessi, dalle nostre sensazioni e
dai nostri rancori. Ecco perché siamo chiamati sempre a sollevare
queste pietre. Quali pietre vogliamo alzare? Quelle dei cimiteri? Non
serve a nulla. Noi ci dobbiamo chiedere di fronte alla disperazione,
alla tragedia della vita dell’uomo, con la forza della nostra umanità,
della nostra fede, delle nostre speranze, quali sono le pietre che
vogliamo togliere dal cuore degli esseri umani. Ecco cosa vuol dire
credere alla vita: essere capaci, come ha sempre fatto Gesù, di ridare
coraggio, forza, vita, speranza agli uomini. Siamo chiamati a non
accettare mai i limiti umani. Se accettiamo questo, diventiamo delle
persone rassegnate. Noi dobbiamo entrare dentro al limite, non
possiamo rassegnarci di fronte al male, alla sofferenza, alla fatica
di vivere degli esseri umani. Siamo chiamati con coraggio, con forza
a superare il limite, ad affrontarlo a viso scoperto, io dico sempre,
a entrare dentro il tunnel buio della disperazione, della morte. Se
noi lo fuggiamo, ci ritroviamo sempre con il nostro dolore, con la
nostra disperazione. Non può non esserci una luce, una speranza.
Gesù non ci ha mai insegnato ad accettare la morte. Lui ci ha sempre
detto che il nostro Dio non è dei morti, della rassegnazione, ma
è il Dio della vita. Per ben due volte nel Vangelo che ci racconta
della morte e risurrezione di Lazzaro viene ripetuto che Gesù è
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