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Capitolo 2: Identità
padre Pantaleone Dolera che divenne un predicatore così famoso da
essere richiesto nelle principali città e accademie italiane e da essere
eletto da Madama Reale stessa “consigliere e predicatore ordinario”
e per sette anni coprì l’incarico di predicatore nella Cappella Reale di
Torino.
L’avvento della rivoluzione francese coincide con la soppressione
di tutti gli ordini religiosi, camilliani compresi. Nel 1798 la Chiesa
venne data alla Diocesi e la casa demolita… per farne un casino.
Il mese di ottobre del 1837 segna il ritorno nella casa e chiesa di
San Giuseppe. Cosa che non fu affatto semplice e che fu possibile
solo grazie all’intervento diretto di Re Carlo Alberto che dopo avere
constatato di persona l’opera dei camilliani a favore dei colerosi
ed essendosi anche rammaricato con l’arcivescovo di Torino,
Monsignor Luigi Fransoni, che non vi fossero camilliani a Torino si
fece parte attiva perche ad essi venisse restituito quanto era stato
tolto.
L’abate Moreno l’11 dicembre del 1837 così scriveva al generale: “si
è posto piede nella chiesa di San Giuseppe; i pochi religiosi Ministri
degli Infermi la ritorneranno nell’antica devozione de’ Torinesi;
ed in questo piccolo drappello di seguaci di San Camillo vive la
speranza di sua Maestà di vedere nella sua capitale un Ordine la cui
rimembranza vi si serba carissima”.
I religiosi si impegnarono nell’ufficiatura della chiesa e
nell’assistenza ai malati e ai moribondi e “i fedeli risposero con
trasporto”.
Con la legge 3036 del 7 luglio del 1866 viene negato il
riconoscimento (e di conseguenza la capacità patrimoniale) a tutti
gli ordini, le corporazioni e le congregazioni religiose regolari e i
beni di proprietà di tali istituti soppressi e incamerati dal demanio
statale: Chiesa e casa di san Giuseppe compresa. La chiesa venne
restituita nel giugno 1867 dal regio economo ai camilliani in quanto
considerata destinata dall’ordine religioso con un appartamento
per il rettore (sempre nominato dal regio economo) ma non per la
comunità religiosa.
Bisogna aspettare l’inizio del nuovo secolo per registrare un nuovo
inizio dell’attività dei camilliani.
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