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Capitolo 2: Identità
Altri Pontefici ribadiranno questa esemplarità di Camillo nel mondo
della salute: Leone XIII lo dichiarerà Patrono degli ospedali e dei
malati e Pio XI Patrono degli Infermieri.
La spiritualità di San Camillo si racchiude in una parola:
misericordia. Fatto oggetto della misericordia di Dio, quest’uomo se
ne fa strumento per gli altri. E come la misericordia di Dio si rivela
maggiormente con i più deboli, i peccatori, così l’azione di Camillo
si rivolge ai più bisognosi e ai più sofferenti. Il suo unico scopo è
servire Cristo crocefisso in questi poveri Cristi che sono i malati e gli
indigenti, perché essi sono “i nostri signori e padroni” e noi vediamo
in essi “la persona stessa del Signore”.
Suo modello è il buon samaritano, sua regola il discorso del giudizio
finale, suo criterio il gesto di Cristo che lava i piedi ai discepoli. Il
tutto contemplato nel Crocifisso che gli ha rivelato: “Quest’opera non
è tua ma mia”.
Una spiritualità che congiunge la consacrazione dei consigli
evangelici al voto di servizio dei poveri e dei malati anche a costo
della propria vita. E poiché l’immagine umana più alta di amore e di
dedizione è quella della madre, Camillo propone a sé stesso e ai suoi
seguaci questo ideale:
“servire i malati come fa una madre amorosa con il suo unico figliolo
infermo”.
Facendo un salto dalla Roma del 1600 arriviamo a Torino nel
1678 (la Savoia era un Ducato e non ancora un Regno) quando,
come anticipato, per volere di Madama Reale i Camilliani vennero
chiamati a Torino.
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