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La storia del padre missionario che costruendo un ospedale ad Haiti distrutta dall’uragano

Ha bisogno di elettricisti, piastrellisti, capo-cantieri, muratori per le finiture, «persone motivate che siano disponibili a darmi una mano a terminare il centro sanitario». È l’appello di padre Massimo Miraglio, camilliano di Borgo San Dalmazzo, da 14 anni missionario a Jérémie (Haiti) dove sta costruendo un ospedale. Come procedono i lavori? «A rilento per difficoltà legate anche alla situazione generale del Paese. In autunno apriremo, nella parte terminata, un ambulatorio medico a servizio dei più poveri». Le avversità su Haiti (terremoto, colera, uragano) l’hanno scoraggiata? «Il giorno successivo al passaggio dell’uragano, vedendo la sofferenza della gente e il disastro causato su Jérémie e sull’ospedale in costruzione, ho sentito che forse non ce l’avrei fatta. Poi la sera stessa una telefonata provvidenziale dall’Italia dell’ing. Ossola che si offriva di venire al più presto per aiutarmi nella ricostruzione, mi ha ridato forza e speranza. Ciò che è più difficile da sopportare nella relazione con Dio è la sofferenza degli innocenti, di bambini e anziani. Crea momenti di crisi, tristezza spirituale. In tali situazioni è fondamentale riuscire a fare questo passaggio: dalla sofferenza come concetto astratto, alla sofferenza incarnata nei volti della gente, dei bambini che si incontrano quotidianamente. Se si riesce a fare questo salto, si trovano forza e coraggio e si ridà un senso e una direzione alla propria vita attraverso le piccole azioni che possono alleviare le sofferenze di altri». Un bilancio dei 14 anni «Positivo. Mi sforzo di soffermare l’attenzione su quanto di buono sono riuscito a realizzare. Errori ne ho fatti ma cerco di evitare che quelli commessi siano di ostacolo, freno al bene che posso ancora realizzare. Haiti ha rimesso al centro della mia vita la relazione con gli altri, mi ha “obbligato” a far spazio agli altri; la mia vita non come un terreno privato, chiuso e ben protetto ma come un orizzonte dove incontrare l’altro». Molta gente l’aiuta «Privati, parrocchie, associazioni, imprese, commercianti. Tanti aiuti grazie anche all’instancabile attività dei miei genitori. Questi aiuti non solo ci hanno permesso di avanzare nella costruzione dell’ospedale ma anche di assistere la popolazione più povera con altri progetti. Da anni continua la consegna di beni di prima necessità a diverse famiglie e la distribuzione gratuita dei farmaci ai bisognosi. Tutti i progetti vengono finanziati attraverso la Onlus camilliana di Torino, Madian Orizzonti, che mi invia gli aiuti che arrivano dal Cuneese. Vorrei ringraziare di tutto cuore coloro che con tanta disponibilità e generosità sostengono il mio lavoro e chiedere a tutti, nella misura del possibile, di continuare ad aiutarci». Per sostenere i progetti di Padre Miraglio: Associazione Madian Orizzonti Onlus c/c postale 70170733; C/C bancario IBAN: IT 22 S 02008 01046 0001 010 96394 c/o Unicredit; Causale: Progetti Jeremie-Haiti.

Madian Orizzonti

Dal 1980 ci occupiamo dell’accoglienza e dell’accompagnamento gratuito di povera gente ammalata, secondo lo spirito del Fondatore: San Camillo De Lellis.