Carissimi amici e amiche,
la forza della vita, l’energia vitale, la carica di amore che porta con sé la Risurrezione di Gesù da morte, invada le nostre esistenze!
Oggi il mondo ha estremo bisogno di uomini e donne che vivono da risorti perché
finché su questa terra ci sarà un profugo respinto, Dio non risorge,
finché su questa terra ci sarà un bambino che muore di fame, Dio non risorge;
finché su questa terra ci saranno odio, violenza, guerra, Dio non risorge;
finché su questa terra ci saranno diritti calpestati, Dio non risorge;
finché su questa terra ci sarà un povero disperato, Dio non risorge;
finché su questa terra ci saranno donne violate, schiave e uccise, Dio non risorge.
Forse Dio è morto? Sì, è proprio morto in chi non sa riconoscerlo e accoglierlo nell’uomo disprezzato e reietto; oggi assistiamo a troppa indifferenza nei confronti del grido di dolore che si leva dalla vita di tanti, troppi esseri umani.
Mi ha colpito un episodio, che è stato trasmesso dai telegiornali, accaduto al confine tra la Grecia e la Macedonia: si vedono dei poliziotti (militari?) che con un manganello picchiano ripetutamente donne e bambini che tentano di attraversare il confine. Mi chiedo che differenza c’è tra il nazismo e i suoi crimini e questo infierire su donne e bambini inermi che chiedono solo di entrare nell’Europa dei ricchi, della razza pura, e lo chiedono perché sono costretti a fuggire, loro malgrado, da un paese in guerra dove tutto è distrutto e dove la morte incombe?
Bonhoeffer affermava, durante la seconda guerra mondiale, mentre era prigioniero nei campi di concentramento che nelle chiese si canta l’alleluia, mentre nei campi di concentramento la gente viene “gasata”.
Per questo non dobbiamo prenderci in giro, continuando a celebrare liturgie e festività che non dicono nulla e non incidono nella vita concreta.
È arrivato il tempo della scelta: «Due strade divergevano in un bosco, ed io, io presi quella meno battuta. E questo ha fatto tutta la differenza» (Robert Frost, The Road Not Taken, 1916)
Prendere la strada meno battuta vuol dire appassionarsi alla vita, rompere la subordinazione di ciascuno di noi alla logica dell’avere, del possedere, del produrre; vuol dire vincere la paura: ci sono oggi troppe coscienze impaurite che restano legate al passato; vuol dire provare vergogna di vivere in un mondo dove tutto è corrotto, dove “pietà è morta”.
Invece di cantare l’Alleluia, facciamo cantare la vita, sorridere un bambino, diamo speranza, futuro e pane a un disperato, a chi è costretto a fuggire dal proprio paese, portiamo pace dove c’è la guerra.
Tra una Pasqua e l’altra, nel nostro piccolo ma soprattutto insieme, qualcosa abbiamo realizzato: grazie per questi segni di vita.
Ci auguriamo tutti quanti di avere nella vita il coraggio di scegliere strade poco battute per non rinunciare alla nostra libertà e avvicinarci alla libertà di Dio che si è manifestata nella sua pienezza risuscitando Gesù da morte.
Nonostante tutto, facciamo rifiorire la speranza per fare rifiorire la vita.
Auguri di buona Pasqua.
Padre Antonio Menegon