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Aggiornamento da Haiti – 11/10/16

Ieri, 10 ottobre, sono riuscito finalmente a parlare con Padre Massimo Miraglio a Jérémie che mi ha confermato la triste situazione della cittadina in cui vive ma la ancor più tragica situazione dei villaggi nell’entroterra dove sta emergendo uno scenario apocalittico, con moltissimi morti e tanti casi di colera.

Oltre ai farmaci e agli alimentari Padre Massimo chiede:

  • sapone,
  • prodotti per la pulizia della persona,
  • disinfettanti,
  • sostanze per potabilizzare l’acqua,
  • teli per coprire le case.
  • Mi conferma comunque la necessità di ricevere grandi quantità di latte in polvere per i bambini.

Padre Robert Daudier, che sabato ha raggiunto Jérémie, ci ha inviato questa testimonianza.

Haiti in lacrime

Sabato mattina 8 ottobre 2016, accompagnato dal Dr Laurent, Direttore sanitario del Foyer Saint Camille di Port-au-Prince, dall’infermiera Fabienne, dalla responsabile delle urgenze e da un autista di ambulanza, mi sono messo in viaggio con un’ambulanza carica di materiale sanitario, di provviste alimentari e di calzature.

Arrivati a Cayes, siamo stati accolti dal Direttore dipartimentale del Sud della Polizia Nazionale di Haiti, Marc André Cadostin, e da alcuni suoi colleghi. Siamo stati accolti bene e ci hanno anche aiutati a raggiungere l’ospedale Immaculée della città di Cayes, dove abbiamo potuto donare parte di ciò che avevamo portato.

Dopo la città di Cayes, abbiamo proseguito verso Grand’Anse dove, raggiunto il Centro sanitario Saint Anne di Camp Perrin, abbiamo consegnato una seconda parte di materiale all’amministratore del centro.

Abbiamo quindi proseguito alla volta di Jérémie dove vive Padre Massimo Miraglio, in questi giorni in compagnia di due volontari italiani che sono con lui per aiutarlo con i lavori di costruzione.

In effetti, il Centro Ospedaliero per le lesioni cutanee che è in costruzione non è stato toccato: è molto solido perché è stato fatto in cemento armato. Purtroppo il tetto, fatto in lamiera grecata speciale venuta dall’Italia, è volato via. Anche la residenza di Padre Massimo, dove vengono accolti i volontari, è molto solida e non ha subito danni, mentre tutta la vecchia struttura (Chiesa, ex-noviziato, ecc…) è andata completamente distrutta. Nel cortile non c’è più un albero, tutto è stato spazzato via dalla violenza dell’uragano Matthew.

Le case di Jérémie, mal costruite e mal posizionate sono state distrutte, ci sono stati tantissimi morti, perdite fortissime di bestiame, l’ambiente ora è malsano, non igienico. L’atmosfera è veramente precaria e fragile per la popolazione, si sente che il luogo è stato spogliato di ogni cosa e la popolazione è abbandonata a se stessa. Abbiamo visto tantissime abitazioni e chiese senza tetto, nessun albero in piedi, niente vegetazione, sembra di trovarsi in un deserto.

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Jèrèmie dopo il passaggio dell’uragano Matthew

Le foto che vi ho inviato possono testimoniare solo in minima parte ciò che è successo e quali e quanti siano i bisogni di questa popolazione allo stremo.

A mio umile avviso le cose più urgenti sono:

  • costruire case per 200 famiglie nel sud e nella Grand’Anse;
  • inviare materiale sanitario;
  • inviare alimentari e prodotti di prima necessità da distribuire alla gente;
  • un progetto di costruzione di 100 pozzi artesiani nelle zone colpite;
  • un progetto per ricostruire i tetti delle case di 500 famiglie.

Con questi progetti, che ci stanno veramente a cuore, i Camilliani possono portare un enorme aiuto alla popolazione haitiana, vittima nuovamente di un disastro che, questa volta, si è chiamato uragano Matthew.

Che lo Spirito di Dio e di San Camillo ci animino tutti per compiere tutto il bene possibile per il popolo di Haiti.

Con i miei più fraterni saluti.

Padre Robert Daudier, MI

Grazie per il vostro sostegno e il vostro aiuto

Padre Antonio Menegon

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Il centro ospedaliero CLC scoperchiato dall’uragano
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Il centro ospedaliero CLC scoperchiato dall’uragano

Madian Orizzonti

Dal 1980 ci occupiamo dell’accoglienza e dell’accompagnamento gratuito di povera gente ammalata, secondo lo spirito del Fondatore: San Camillo De Lellis.