Capitolo 4: Relazione sociale
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diverse automobili e ci portarono alla D2. Lì ci picchiarono duramente. Luis
e Silvina furono separati da noi. Li percossero e li torturarono in una stanza
accanto a quella dove misero i miei genitori”.
A quel punto, Giselle, una bruna dai lunghi capelli scuri, s’interruppe per
qualche istante. Si coprì il volto tornando ad essere la fragile adolescente di
quei giorni e quelle notti trascorsi nelle celle della D2. Proseguì «Una notte
mia madre udì come bastonavano fino ad ucciderlo un ragazzo asmatico.
Sentì come soffriva mentre respirava. Poiché mio fratello Luis era asmatico
credette che si trattasse di lui. Fu per lei qualcosa di terribile». A cominciare
dalla liberazione dell’intera famiglia continuarono tutti ad essere sorvegliati
sempre ed ovunque si recassero.
IL SEQUESTRO
Silvina
e
Daniel Orozco
si sposarono il 31 dicembre del 1975. Trascorsero
la luna di miele in tenda a Tanti nel Valle de Punilla. Erano felici per la
gravidanza, «lei raggiante, sempre aveva primeggiato in tutto. Era persino
stata campionessa olimpica di nuoto» ricordò la sorella. Arrivò però il golpe
del 24 marzo. Quel giorno fu l’ultima volta che Sonia vide sua figlia. Giunse
a dirle che per favore abbandonassero il paese, che provava paura per lei.
Silvina e Daniel militavano nel ERP-PRT. Ma la giovane tranquillizzò la madre
dicendole che non aveva fatto nulla di male. Che voleva soltanto un paese
migliore. «E se tutti ce ne andiamo, mamma, chi rimarrà con il paese?»,
le domandò. Quello fu l’ultimo bacio e l’ultimo sguardo con i suoi occhi di
cerbiatto: quegli occhi scintillanti, tondi e vivaci con i quali lei ancora guarda
dallo striscione in bianco e nero che Sonia porta in ogni sfilata da quando
diventò la prima nonna della Plaza de Mayo di Cordova.
Il sequestro della coppia avvenne il
26 marzo
. I vicini poterono ascoltare le
urla di Silvina e Daniel. Trassero fuori Silvina avvolta in una coperta affinché
non si vedesse lo stato di gravidanza di quasi sei mesi e mezzo. In questo
modo fu descritta dalla testimone Cecilia Suzzara durante il processo
la figura nascosta di Silvina. Nella casa più tardi si sarebbe ritrovato un
certificato medico in cui un dottore, dal cognome Ruli, che si prese cura della
giovane quello stesso mattino, riferiva come possibile data di nascita del
bambino «tra la fine di giugno e gli inizi di luglio del 1976».
-E come seppero che il bimbo di Silvina era nato? – domandò l’accusante
Marité Sánchez.
Silvina e Daniel Orozco