Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2015
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dall’altro lato le femmine hanno sempre dovuto soffrire infelici
destini, è con l’introduzione
dell’accertamento pre-natale del
sesso attraverso l’uso dell’ecografo
che le uccisioni di bambine
trovano un inaspettato alleato, dando il via agli
aborti selettivi.
Dai primi anni Novanta a oggi, diverse sono le voci importanti che
si levano ad accusare gli omicidi di bambine e la selezione di feti
femminili: un premio Nobel per l’Economia, l’indiano
Amartya Sen,
per esempio, ha lanciato l’allarme sull’ultima delle
discriminazioni
di genere.
Nel 2010 è
“The Economist”
ad allertare sulle missing
girls mettendo in copertina un nuovo termine coniato apposta, il
“Gendercide”, ovvero il “genocidio di genere”, l’uccisione sistematica
di bambine o di feti solo perché femminili, con conseguenze
devastanti per la società e per il rapporto demografico del Paese.
L’orrore in High Tech
In India una bambina in pancia ha il cinquanta per cento di
possibilità di sopravvivere a una ecografia. Prima degli anni Ottanta,
diversi erano i modi attraverso cui alle bambine indiane veniva
negata la vita: fame, veleno, annegamento, sepoltura da vive o
semplicemente abbandono. Esse sfuggivano alle statistiche perché
mai registrate alla nascita. Poi è arrivato
l’ecografo,
in teoria
strumento utile a controllare il buon andamento della gravidanza
e la salute del feto, e oggi è possibile fare ecografie pre-natali anche
nei villaggi in zone rurali prive dei più basilari sistemi igienici
e sanitari. Nel 1979 lo Stato del Punjab (una delle regioni con il
maggior deficit di femmine) scoprì il primo ecografo: lo stesso
anno si contavano 925 femmine ogni 1.000 maschi, ma nel 2001
il numero di bambine era sceso a 793. Benché
la società indiana
vieti l’aborto,
questo viene praticato in modo selettivo e il Governo
ha dovuto prendere posizione nel
1994 con il Pre-Conception and
Pre-Natal Diagnostic Techniques Act,
che vieta gli esami prenatali
che permettano di conoscere il sesso del nascituro e impone la
registrazione degli ecografi e delle cliniche che lo posseggono, oltre
all’obbligo per le future madri di identificarsi e presentare in caso
di richiesta le foto ecografiche che dimostrano il buon andamento
della gravidanza. Tuttavia sono molti i medici
“kudi-maar”
(omicidi di bambine) disposti a
ignorare la legge,
anche perché