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Nepal

Il 25 aprile 2015 il Nepal è stato colpito da una violenta scossa di terremoto di magnitudo 7.8 con epicentro a circa 100 kilometri da Katmandu. 8000 i morti, decine di migliaia i feriti. Un paese già molto povero (l’indice di sviluppo umano vede il Nepal al 145° posto su 187 Paesi censiti, il PIL procapite è di 1.500 dollari all’anno) messo in ginocchio.
Secondo l’Onu, si stima che oltre 8 milioni di persone sono state colpite dal terremoto; nello specifi co 39 distretti su 75. Oltre 2 milioni di persone vivono negli 11 distretti più colpiti. Secondo il governo, il bilancio delle vittime del terremoto al 29 aprile era di 6.621 persone, la maggior parte a Bhaktapur, Kathmandu e Lalitpur.
Inoltre 14.000 persone sono rimaste ferite fi no al 2 maggio.

La regione centrale e quella occidentale, compresi i quartieri della Valle di Kathmandu, sono state le più colpite. L’impatto del terremoto nelle zone montane e collinari, non è stato facile da definire poiché moltissime aree si sono presentate inaccessibili con i mezzi, in particolare Dhading, Gorkha, Rasuwa, Sindhupalchowk, Kavre, Nuwakot, Dolakha, Kathmandu, Lalitpur, Bhaktapur e Ramechap. Secondo le stime dell’ONU più di 160.786 case sono state
distrutte, 143.673 sono state danneggiate e 2,8 milioni di persone sono sfollati (ONU).

Madian Orizzonti si è immediatamente attivata per sostenere l’azione della Camillian Task Force (CTF). La CTF coordinata da Caritas Nepal, ha cercato di raggiungere le persone rimaste isolate, soprattutto sul versante montuoso.
Un team di 15 membri, formato da medici, infermieri e assistenti sociali, ha prestato la sua preziosa opera a partire dal distretto di Gorkha, uno dei più colpiti. La squadra è stata divisa in due gruppi per coprire i villaggi identificati nei pressi della zona di alta montagna di Gorkha.

Raggiunto il primo villaggio, ascoltando gli abitanti, gli operatori sono stati informati che nessuna organizzazione o agenzia governativa era ancora intervenuta nell’area di Manbu, ad eccezione dell’esercito nepalese. Per questo motivo una squadra ha deciso di rimanere a Mazigaun per assistere la popolazione del villaggio, mentre l’altra squadra ha proseguito per Kashigaun e Kerauja. Nei campi i medici hanno offerto servizi di primo soccorso, assistenza alle madri, educazione alla salute, compresa la pianificazione familiare, controllo delle malattie infettive, ecc.
Le problematiche principali trattate sono state conseguenze del disastro, quali ansia e lesioni fisiche ma ci sono stati anche molti casi di diarrea, infezioni della pelle e infezioni del tratto respiratorio superiore. Dopo i primi campi, al team CTF sono stati affidate altre due aree dall’ufficiale sanitario pubblico di Gorkha. Anche in questo caso il gruppo si è diviso in due e si è recato a Muchchowk e Simjung.
Nei campi medici, grazie al contributo della Fondazione PRO.SA, è stato possibile distribuire generi di prima necessità e medicinali alla popolazione colpita.

Anche la Regione Piemonte si è attivata per garantire, sull’esperienza di quanto realizzato nel 2010 e nel 2011 per il tremendo terremoto di Haiti, un sostegno alle associazioni di volontariato che mettessero in atto progetti
di cooperazione in cui fosse previsto l’invio di personale medico dipendente delle strutture sanitarie pubbliche piemontesi.
Dopo aver raccolto le disponibilità di diversi medici e infermieri, a fi ne agosto 2015 Madian Orizzonti ha presentato alla Regione la domanda per la partecipazione al bando, bando che è stato approvato e ha permesso a quattro infermieri e un medico – grazie ai biglietti il cui costo è stato sostenuto dalla Fondazione La Stampa/Specchio dei Tempi – di partire per Katmandu: Marco Jona dell’Asl CN1 a inizio novembre, Elisa Bizzi delle Molinette, Romina Trova del Santa Croce di Cuneo, Michele D’Armiento del Mauriziano e Giorgio Sessa, infermiere domiciliare dell’ASL 3 a inizio ottobre.

L’obiettivo generale del progetto presentato era di migliorare le condizioni sanitarie e facilitare l’accesso alla prevenzione e all’educazione sanitaria in un territorio devastato dal terremoto facendo base a Katmandu e spostandosi dalla capitale al distretto di Gorkha e ad altri distretti colpiti dal terremoto.
La situazione che i volontari hanno dovuto affrontare, non è stata affatto facile perché a inizio ottobre la polizia indiana ha bloccato alla frontiera con il Nepal, qualsiasi camion contenente petrolio, benzina o gas. La decisione di Delhi è derivata dal fatto che Kathmandu non avrebbe tenuto conto delle opinioni indiane sulla Costituzione nepalese approvata il 16 settembre, ignorando le proteste delle minoranze madhese a tharu che vivono nella regione meridionale di Terai.

A causa della mancanza di carburante, la vita del Nepal è stata stravolta. Il blocco dei rifornimenti dall’India ha riportato la situazione indietro di molti anni. Scuole, università e industrie hanno interrotto la normale operatività. Circa metà degli istituti hanno annunciato un periodo di vacanza, in attesa del miglioramento della situazione. Il governo ha bandito l’uso di automobili private e ha ridotto di metà le ambulanze e di un quarto i servizi di trasporto pubblico.

A fianco di questo intervento volto a far fronte all’emergenza sanitaria, Madian Orizzonti ha deciso di finanziare assieme a PRO.SA. la costruzione di un orfanotrofio – il Koselee children Care Center a Sindhuli, municipalità di Katmandu, appoggiando l’Associazione Himali Sanskritik Samrakshyan che gestisce tre diversi centri situati rispettivamente nei distretti di Kathmandu, Mustang e Sindhuli, prendendosi cura dei bambini orfani.

L’Associazione è stata fondata da Arjun Prasad Paudel, uno sherpa nepalese che nel corso degli anni è riuscito ad offrire ai bambini vitto e alloggio, oltre alla possibilità di ricevere istruzione e cure mediche adeguate.
Durante le ripetute scosse di terremoto dei mesi scorsi, la struttura di Sindhuli (Koselee children Care Center) che l’associazione aveva in affitto e che ospitava circa 30 bambini, è crollata ed ora, fortunatamente tutti salvi, sono costretti a vivere sotto tende di fortuna o strutture offerte loro temporaneamente.
Il primo obiettivo raggiunto nel mese di settembre è stato quello di acquistare un terreno dove costruire un edificio sicuro che possa di nuovo accogliere i piccoli ospiti.

LA SITUAZIONE

La povertà e i matrimoni precoci conducono a dare alla luce molti bambini che però non possono poi andare a scuola a causa dell’estrema povertà in cui vive la popolazione nepalese. Inoltre, a causa della mancanza di ospedali e all’inaccessibilità agli stessi, è presente un elevato tasso di mortalità.
Purtroppo nella società nepalese non vi sono opportunità di lavoro per la fascia di popolazione indigente; così le persone lasciano le loro case per cercare migliori opportunità di lavoro nelle città senza farvi più ritorno. In molti casi i genitori partono lasciando soli i bambini al villaggio oppure dopo essersi trasferiti in città, non sono più in grado di occuparsene.
Molto spesso, i bambini più poveri sotto i 10 anni vengono mandati come servi nella case delle famiglie benestanti della città per far guadagnare la famiglia oppure, nel peggiore dei casi, per saldare un debito. Al di fuori delle città, i
genitori non possono mandare i fi gli a scuola; questi ultimi sono costretti ad occuparsi del bestiame o comunque a lavorare. In questo contesto di estrema povertà l’educazione scolastica non rappresenta una priorità.

GLI OBIETTIVI

• Ricostruire la struttura per l’accoglienza dei bambini
• Offrire cure mediche e un’adeguata educazione
• Creare consapevolezza riguardo i problemi ambientali
• Coltivare e creare le abilità nei ragazzi
• Rendere autonomi e consapevoli i ragazzi
• Creare nei bambini uno spirito di cittadinanza attiva

RISULTATI ATTESI

• Sostegno a lungo termine per il progetto sul lato sanitario, educativo e delle problematiche ambientali
• Ridurre la mortalità infantile e il tasso di malattia tra i bambini
• Ridurre la migrazione e creare posti di lavoro vicino al villaggio

I BENEFICI SULLA COMUNITÀ LOCALE

• Rendere consapevole la popolazione locale del valore dell’educazione e delle cure sanitarie che influiscono direttamente sulla loro condizione di vita e di quella dei loro familiari.
• Dare la possibilità economica di mandare a scuola i bambini delle fasce più povere, in modo anche da impedire il deterioramento della ricca cultura.

Madian Orizzonti

Dal 1980 ci occupiamo dell’accoglienza e dell’accompagnamento gratuito di povera gente ammalata, secondo lo spirito del Fondatore: San Camillo De Lellis.