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Capitolo 2: Identità
dall’Abate Antonio Rosmini ma andati a monte gli uffizi in
progetto, la chiesa coi locali adiacenti fu di nuovo assegnata ai
Padri ministri degli infermi che ancor oggi l’occupano e che due
anni orsono (1897) la ristorarono notevolmente”.
La facciata della Chiesa, per come la si vede oggi, fu sistemata
solo nel 1909 su iniziativa del Padre Patrucco che nel 1907 diede
inizio ai lavori di costruzione della facciata.
Non si sa – come scrive Padre Sannazzaro – se l’architetto
Lanfranchi nel suo progetto di costruzione della nuova Chiesa,
alla fine del seicento, abbia fatto anche quello della facciata. Si
ha però ragione di arguirlo dal fatto che ne era costruita sin da
allora la porta di ingresso in marmo di Frabosa, di ottimo disegno
e di fattura. Essa però non venne mai ultimata ed in sua vece era
stata eseguita nella prima metà del XVIII, sulla parete del muro
frontale, una artistica decorazione prospettica colorata a fresco,
per opera del modenese
Gian Battista Alberoni
. Essendo quelle
e altre pitture successive scomparse su incarico di Padre Patrucco,
l’architetto Giuseppe Ferrari d’Orsara preparò un progetto della
facciata a specchiature di marmo di Frabosa per l’altezza del piano
terreno o basamento, e nella parte superiore, componentesi d’una
vetrata ovale con cornice in risalto, centrale, fiancheggiata da
doppio ordine di lesene in stile corinzio.
Nell’interno della chiesa, la seconda cappella a destra venne
dedicata alla Madonna della salute. Sopra l’altare fu collocato un
quadro della Madonna dipinto da Enrico Reffo “artista di fama
italiana – afferma Padre Sandigliano – che congiunge a profonda
fede religiosa tutti gli ardimenti dell’arte”.
Il 21 novembre del 1909 si aveva la benedizione sia della facciata
che del dipinto con l’intervento del cardinale Richelmy, arcivescovo
di Torino, che al mattino celebrava la Santa messa e al pomeriggio
impartiva la solenne benedizione eucaristica a una folla straordinaria che
faceva ressa fuori dalla chiesa e dall’interno.