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Madian Orizzonti Onlus - Bilancio Sociale 2014
Secondo le più recenti stime i cappellani militari furono 2.738: 1350
operanti al fronte, 742 dislocati negli ospedali territoriali, 18 nella
riserva, 591 “aiuto-cappellani” negli ospedali territoriali, 37 nella
Regia Marina.
Gli ecclesiastici militari furono invece 24.446; di essi circa 15.000
erano sacerdoti. Come si vede i “preti-soldati” furono molto
numerosi. Il termine “preti – soldati” stava ad indicare i seminaristi,
novizi, chierici e conversi assegnati alle truppe combattenti. Chi
invece era già sacerdote al momento della mobilitazione, aveva la
possibilità di essere assegnato a reparti sanitari.
Alcuni numeri: 102 i caduti in combattimento, 747 i deceduti per
causa di servizio, 795 i feriti.
435 le ricompense al valor militare concesse ai cappellani militari,
che evidenziano il valore, il sacrificio, l’abnegazione, l’altruismo e la
forza d’animo di questi soldati di Dio e della Patria.
Significativa per comprendere le contraddizioni e il dolore di
chi sacerdote o religioso, si trovava rivestito della divisa da
combattimento, la testimonianza Don Giovanni Minzoni, tenente
cappellano del 255° fanteria, decorato sul campo per il suo coraggio
e la sua generosità, con la medaglia d’argento al valore militare,
ucciso da una squadraccia fascista nel 1923, che dal fronte sul Carso
scriveva:
“22 agosto 1917 […]. Alle 23 il Regg.to partiva, io ero già pronto per
andarmene quando per ordine del generale dovevo rimanere per
aiutare un soldato, certo Francesco Rocco del 118 fanteria,
calabrese, che alla mattinata seguente doveva essere giustiziato
nei pressi di S. Canziano. Era la prima volta che dovevo assistere
a simile fatto. Mi feci animo e col Capitano Medico del 256 andai
alla cella del condannato. Era in una stanza a pian terreno legato
fortemente ai piedi, seminudo e sdraiato. L’ufficiale del tribunale
standogli lontano non so per quale timore gli diede la triste
notizia, poi si ritirò, ora spettava a me compiere il pietoso uffizio di
sorreggerlo moralmente. Me lo avevano descritto come un essere
triste e pericoloso. Mi feci animo, feci uscire tutti e rimasi solo
al suo fianco. Ci guardammo muti, fu come uno studio sommario
che uno fece dell’altro: ruppi il silenzio non so con quali parole.