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Capitolo 2: Identità
Egli si mise a sedere e cominciammo la conversazione, prima
fredda poi sempre più intima. Dovevo disporlo al perdono, alla
rassegnazione, al pentimento presso Iddio. Era innocente? Egli forse
voleva dimostrarmelo, io credetti bene di evitare l’argomento per
non eccitare nel suo cuore sentimenti d’odio verso le persone. Gli
rammentai la famiglia: aveva il padre vecchio, moglie e tre piccole
creature: Maria Anna la maggiore di anni 6, Rocco e Pasquale:
ebbi una stretta al cuore. Forse stordito o che, non pianse a questo
ricordo, però mi parlò a lungo specie delle tre piccole creature.
Estrasse da una tasca alcuni santi che erano ricordi famigliari.
In uno vi era uno sgorbio di scritto: potei leggere: Ricordo della
tua Anna, era un santo della sua piccina! Me li feci donare come
memoria e di buon grado lo fece. Così entrati nell’intimità lo persuasi
a confessarsi: gli feci fare una confessione generale, facemmo la
penitenza assieme: io ero commosso e alla fine contento di aver fatto
scendere la grazia in quel cuore lo baciai con affetto. Erano le 2 del
mattino, mancavano ancora 3 ore al momento
fatale. Lo consigliai a scrivere ai suoi cari. Gli feci dare carta e
lapis, io tenevo la candela ed egli con vero disagio e dolore per i
ferri che aveva ai piedi scrisse due lunghe lettere: una al padre ed
una alla moglie. Me le consegnò aperte perché leggessi: ricordava
tutti, chiedeva perdono, benediceva a tutti e anche alle generazioni
dei figli dei figli e rammentava ad ogni riga le sue creature. Cosa
strana in tutta la notte non versò una lacrima. Pensandolo debole
gli feci dare alcuni biscotti e del marsala: non lo voleva credendolo
veleno – bevvi prima io e quando vide che avevo inghiottito allora si
persuase. Giunse finalmente l’ora; l’aspettativa era una vera agonia
per tutti. Io partii col Capitano Medico e l’Uff. Giudiziario; egli venne
in autocarro coi carabinieri. Spuntava il giorno quando giungemmo
sul luogo. Vi erano molti picchetti. Si comandò a formare il quadro. Il
condannato fu preso da un eccesso: ebbe anche vomito.
Eravamo tutti nervosi perché le cose andavano per le lunghe.
Fu fatto scendere dal camion: non era più lui. Era diventato uno
straccio, esausto, terreo, incosciente. Lo trascinarono perché non si
reggeva: quanto soffrii a stare al suo fianco. Fu bendato, giungemmo