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Capitolo 2: Identità
poter fondare un ordine di chierici.
Pian piano la Compagnia si allargò. Camillo e i suoi presero servizio
all’Ospedale Santo Spirito, ma si misero anche a rintracciare malati e poveri
nelle borgate e nei tuguri di Roma. Quando nell’Urbe scoppiò una carestia,
nel 1590, i Servi degli Infermi si prodigarono per soccorrere a ogni necessità.
Il Papa Gregorio XIV ne fu ammirato e decise di elevare la
Congregazione a
Ordine dei Ministri degli Infermi
(1591).
Negli ospedali di Roma era stata introdotta una vera riforma
sanitaria. Allora da varie parti d’Italia venne la richiesta di
inserire questi religiosi nei propri ospedali. In una ventina
d’anni i Ministri degli Infermi presero così servizio nelle
principali città, da Napoli a Milano, da Genova a Palermo.
E c’era dell’altro. Se un esercito partiva per una guerra Camillo
mandava i suoi compagni a portare la croce rossa sui campi di battaglia.
Se in una città esplodeva un’epidemia accorreva con i suoi a curare gli
appestati. Per quarant’anni fu sua casa l’ospedale. Qui era la scuola in
cui addestrò centinaia di giovani al servizio della carità col suo esempio
e con i preziosi insegnamenti contenuti nelle sue Regole per servire
con ogni perfezione gli infermi. Un codice di assistenza sanitaria che fu
applicato in vari ospedali d’Italia. Camillo morì a Roma il 14 luglio 1614.
Quando il Papa Benedetto XIV lo proclamerà
Santo nel 1746
, affermerà
solennemente che Camillo de Lellis è stato iniziatore di “una nuova scuola di
carità”.
Altri Pontefici ribadiranno questa esemplarità di Camillo nel mondo della
salute: Leone XIII lo dichiarerà Patrono degli ospedali e dei malati e Pio XI
Patrono degli Infermieri.
La spiritualità di San Camillo si racchiude in una parola:
misericordia
.
Fatto oggetto della misericordia di Dio, quest’uomo se ne fa strumento
per gli altri. E come la misericordia di Dio si rivela maggiormente con i più
deboli, i peccatori, così l’azione di Camillo si rivolge ai più bisognosi e ai più
sofferenti. Il suo unico scopo è servire Cristo crocefisso in questi poveri Cristi
che sono i malati e gli indigenti, perché essi sono “i nostri signori e padroni”
e noi vediamo in essi “la persona stessa del Signore”.
Suo modello è il buon samaritano, sua regola il discorso del giudizio finale,
suo criterio il gesto di Cristo che lava i piedi ai discepoli. Il tutto contemplato
nel Crocifisso che gli ha rivelato: “Quest’opera non è tua ma mia”.