Madian - Bilancio Sociale 2016 - page 87

Capitolo 4: Relazione sociale
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l’abolizione dell’esercito: un successo haitiano degno di nota
ottenuto senza impantanarsi in movimenti separatisti e lotte tra
milizie locali. I problemi di Haiti si fanno sentire sul resto del mondo.
Ci sono molti haitiani che vivono all’estero: negli Stati Uniti, a Cuba
in Messico, in sud America, in Canada, nelle Bahamas, nelle piccole
Antille, in Francia. Ancora più importante è però la globalizzazione
dei problemi di Haiti all’interno di Hispaniola, ovvero l’effetto
sulla confinante Repubblica Dominicana. Nelle zone di frontiera,
gli Haitiani fanno i pendolari per svolgere lavori che danno loro
almeno da mangiare e per
procurarsi la legna
di cui loro Paese è
privo. I contadini haitiani cercano di sbarcare il lunario occupando
abusivamente i terreni dominicani vicino al confine, anche se si
tratta di terra di bassa qualità che i dominicani non userebbero mai.
Più di 1 milione di Haitiani in prevalenza illegali, vivono e lavorano
della Repubblica, attratti delle sue migliori opportunità economiche
e della maggiore disponibilità di terra. Secondo le ultime stime gli
Haitiani sono ormai il
12% della popolazione
della Repubblica.
Gli immigrati accettano lavori duri e malpagati: sono muratori,
braccianti agricoli, sorveglianti, domestici, oppure lavorano
nell’industria turistica, fanno le consegne in bicicletta. L’economia
dominicana usa questi Haitiani come manodopera a basso costo,
ma in cambio non fornisce loro istruzione, assistenza medica,
alloggi, anche perché non ha i fondi sufficienti per gli autoctoni.
I Dominicani e gli Haitiani non si distinguono tra loro soltanto
economicamente ma anche culturalmente: parlano lingue differenti,
si vestono diversamente, mangiano cibi diversi e in generale hanno
un aspetto fisico differente. Si possono tracciare molti paralleli con
la situazione degli immigrati illegali (provenienti dal Messico o da
altri Paesi dell’America Latina) che vivono negli Stati Uniti. Durante
la mia visita ho sentito parlare “di lavori che i Dominicani non
vogliono fare” e di “lavori malpagati ma sempre preferibili a quelli
che possono trovare a casa loro”; ho sentito dire che “gli Haitiani
portano l’Aids, la tubercolosi la malaria”; che “parlano una lingua
diversa e hanno la pelle più scura” e che “noi non siamo obbligati
a dare assistenza medica, istruzione, alloggi agli immigrati illegali
né possiamo permettercelo”. Bastava sostituire le parole Haitiani e
Dominicani con immigrati latinoamericani e cittadini statunitensi
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